Racconto del nostro viaggio a Cuba tra tradizioni, spiagge paradisiache e incontri indimenticabili
- Luca Coli
- 16 ago 2024
- Tempo di lettura: 15 min
Aggiornamento: 27 mar
La cultura cubana, un mix vibrante di musica, danza e semplicità che affascina chiunque la scopra. Un viaggio all'avventura per scoprire i valori, le usanze e la forza di un popolo che vive alla giornata col sorriso stampato in faccia.

Parte del nostro cuore lo abbiamo lasciato là, per le vie della coloratissima Avana, nelle Case Particular della gente locale, tra le paesaggistiche mozzafiato offerte da colline ricche di tabacco e albe travolgenti di Viñales, passando per la Salsa Cubana di Trinidad al Paradiso terrestre di Cayo Largo. Un viaggio indimenticabile che consigliamo a tutte le persone innamorate dell'avventura, con la voglia di conoscere, riscoprirsi ed assaporare ogni caratteristica di questa Isola magica.
Come detto in precedenza, la magia di questo Viaggio è data dall'unicità di questa Isola e dal tipo di avventura che abbiamo deciso di affrontare per la prima volta da quando viaggiamo. Infatti il nostro itinerario prevedeva un solo volo di andata/ritorno ed una prima notte in un hotel a L'Avana...
Il resto.... beh... leggete la nostra storia...
Ecco il racconto del nostro viaggio a Cuba!
GIORNO 1

Arriviamo nella città più incredibile del Centro America, è già sera inoltrata, ma a L'Avana le strade sono vive! Ragazzini che corrono, signori anziani affacciati al portone di casa, mini market aperti per offrire qualche caramella o beni di prima necessità, cani a spasso in cerca di qualche avanzo, ma soprattutto la musica, in ogni angolo! Ci si accorge subito di ritrovarsi catapultati in un "mondo a sé"; si perché Cuba a distanza di moltissimi anni ha mantenuto la sua autenticità, le sue macchine colorate degli anni '40 e '50, la sua indipendenza e purtroppo la sua povertà.
Il nostro Hotel ci dà il "Bienvenidos" e veniamo accompagnati nella nostra stanza, all'ultimo piano, calda, con una piccola ventola sul soffitto ed un bel bagno dotato di una doccia senz'acqua corrente... Dopo tante ore di volo decidiamo di accontentarci di una bottiglia d'acqua per la pulizia dei denti e di un letto singolo per dormire.
GIORNO 2

Dopo una colazione tipica cubana con huevos revueltos, pan con jamòn y queso, un pò di frutta e caffè sulla terrazza calda del nostro hotel, siamo pronti a respirare l'aria cubana per le strade dell'Habana Vieja. Passeggiando per questi vicoli, tra foto e saluti ai passanti la nostra attenzione viene catturata da un murales sulla Revoluciòn cubana e proprio qui incontriamo un signore sulla sessantina d'anni dal volto sciupato ma con la serenità e pace dentro che avrebbe potuto salvare Cuba solamente attraverso le sue parole colme di esperienza e verità. Ramòn ci racconta con passione e fierezza la storia della sua amata Cuba che sempre porteremo dentro di noi, smentendo le false notizie, purtroppo tantissime, che vengono sputate fuori da telegiornali e programmi mediatici.
Salutiamo e ringraziamo il nostro amico e ci incamminiamo verso l'Habana Libre a pochi passi dal Malecòn, famoso mare cubano. Il sole è alto ed emette quel caldo afoso, tropicale tipico dei Caraibi.
Poche centinaia di metri incontriamo un ragazzone alto, magro, vestito completamente di bianco: Albierto che ci indica la strada migliore e ci accompagna all'hotel che cercavamo per poter realizzare un nostro sogno "Cayo Largo". In questa struttura infatti all'insaputa di coloro che cercano sulla piattaforma online Skyscanner, è possibile prenotare voli interni dall'Avana a Cayo Largo. Solo due date sono disponibili e noi scegliamo la data più lontana dal nostro arrivo perché nella nostra testa c'è prima la voglia di conoscere altri luoghi, nuove persone e le culture locali.
In attesa che il nostro sogno si avveri, decidiamo di cambiare qualche centinaia di euro in pesos cubano affidandoci al nostro amico che sedendoci in un barettino tra vicoli religiosi, dissetandoci con un Habana Fre ci racconta della sua religione "Regla de Ocha".

Pranziamo da un amico di Albierto nell'Habana Vieja, ultimo giro nel Parque Central e raggiungiamo la nostra prima Casa Particular. Conosciamo Miguel con sua moglie che si dimostrano super ospitali e disponibili, doccia fredda per abbassare la temperatura corporea ed iniziamo a cercare metodi di trasporto economici e convenienti per quella che ormai nella nostra idea sarà la nostra prossima meta, Viñales! Googleando ci imbattiamo in un blog di una ragazza nel quale troviamo il contatto di Roy, italocubano proprietario di alcune case particular nella pittoresca Valle di Pinar del Rìo che ci fornisce la soluzione a prezzo vantaggioso.
GIORNO 3

L'indomani mattina un taxi degli anni '50, i famosi collectivosos, ci passa a prendere e condividendo il viaggio con un'altra coppia spagnola, raggiungiamo questo paese in aperta campagna ricco di vegetazione, dichiarato patrimonio dell' UNESCO per le opportunità che offre di avventure all'aria aperta, escursioni e la famosa produzione di tabacco.
Ci presentiamo alla porta di Roy, ragazzo cordiale e super disponibile ci mostra la casa in cui alloggeremo per tre notti e ci offre immediatamente il suo prezioso consiglio su escursioni da fare e luoghi da vedere. Il tempo di appoggiare lo zaino e decidiamo immediatamente di fare amicizia con Mojito e Macarena, due splendidi cavalli che ci avrebbero portati alla scoperta della valle del tabacco, dove avviene la produzione più grande dei sigari cubani:
-Montecristo fumato da Che Guevara
-Cohibe di Hemingway
-Romeo y Julieta di Churchill
Giunti nella fattoria circondata da piantagioni di tabacco, un ragazzo robusto, nonchè produttore di sigari, si presenta ed inizia a mostrarci come viene lavorato il tabacco e come si producono diversi tipi di sigari, lasciandoci l'opportunità di fumarne uno. Tagliamo la testa del sigaro e lo appoggiamo all'interno di un vasetto di miele ottenuto grazie all'apicoltura degli agricoltori del posto. Un bicchiere di Havana e coca, un Cohibe col miele, passeggiata a cavallo... ci siamo già innamorati di Viñales!!
GIORNO 4

Sveglia presto, crema, costume, una buona colazione e si parte per Cayo Jutìas; il taxi chiamato da Roy è già fuori casa ad aspettarci! Approfittiamo di una giornata magnifica per goderci il nostro primo giorno di mare a pochi km di distanza. È una delle gemme nascoste del paese, rinomata per la sua bellezza naturale, il suo ambiente incontaminato e per la sua sabbia bianca e fine.
Stendiamo il nostro telo, partita a carte e ci gustiamo la cerveza Bucanero respirando l'aria di salsedine che aspettavamo ormai da settimane.
Alternando pagine del nostro racconto fantasy preferito "Harry Potter ed il prigioniero di Azkaban" a partite di pinnacolo e tuffi nell'acqua limpida di questo Cayo, giunge l'ora di punta ed il nostro stomaco si attiva! Qualche metro più in là dei nostri teli c'è una parrilla già pronta all'uso; un ragazzo cubano comincia a grigliare.
Due aragoste a la plancha pescate la mattina stessa, accompagnate da buon riso bianco e dalla seconda cerveza della giornata, ci deliziano il palato e ci riempiono il cuore di gratitudine. Ad allietare questo momento ci pensa Orlando, hombre cubano che tende ad esprimersi con parecchia esitazione, ma che al contrario quando suona la sua chitarra e canta dimostra una capacità canora straordinaria.
Tra le note di "Mi historia entre tus dedos" (versione latina della canzone di Grignani, la mia storia tra le dita) impariamo due passi di salsa.
Le strade sterrate ed il taxi cubano non ci consentono di restare ancora per molte ore nel Cayo, ma noi siamo comunque soddisfatti pienamente della giornata passata in questa oasi di pace. La ciliegina sulla torta di questa giornata strepitosa viene messa dalla mamà di Roy che al nostro rientro ci fa trovare sulla tavola del nostro balconcino una cena deliziosa, ricca di pesce, riso, fagioli e pietanze tipiche cubane.
GIORNO 5

Ancora non lo sappiamo, ma questo sarà uno dei giorni più pazzeschi di questo viaggio. Sveglia alle 3:00 del mattino, o meglio, di notte, occhi in tasca ed il solito taxi ci aspetta per permetterci di raggiungere il nostro punto di partenza.
Ad accoglierci sul ciglio della strada sterrata, un ragazzo giovane, grassottello e sorridente: Josman. Ci stringe la mano, ci porge due torce ed iniziamo la camminata in mezzo ad un sentiero non battuto colmo di fango e di sterpaglie. Sulle sponde di questo percorso sentiamo i mugolii dei buoi che sdraiati riposano; evitiamo qualche arbusto di spine e cominciamo la salita per la montagna cubana. Il cielo ancora buio è terso e ricco di stelle!
Josman ci racconta la sua vita e quella della sua famiglia, unici Campesinos rimasti a vivere sulla montagna di Viñales che ancora oggi si occupano della lavorazione della terra e coltivazione di vari tipi di colture come tabacco, caffè, canna da zucchero, agrumi e altri prodotti agricoli. Giunti in cima alla vetta, notiamo immediatamente una casetta di legno, umile, con un giardino verde brillante, un cavallo dal manto marrone nocciola, elegante come quello dei film, che passeggia libero e tranquillo intorno a questo rifugio; un piccolo cagnolino ci viene incontro, ci annusa ed inizia a saltellarci intorno, richiamando le giuste coccole. Una tazza del caffè prodotto da mamma Berta per toglierci qualche sbadiglio di troppo ed insieme a Josman ci godiamo finalmente il sorgere del sole.
Un'alba mozzafiato ci riempie gli occhi di gioia e ci dimostra quanto ne sia valsa la pena.
Prima di cominciare a scendere, il nostro amico campesino ci mostra il luogo dove viene macerato il caffè; decidiamo così di portarci a casa un pò di quel sapore!
GIORNO 6
È giunto per noi il momento di salutare Roy, nostro punto di riferimento e di salvezza. I suoi consigli, le sue escursioni, il suo alloggio impeccabile ed il suo aiuto è stato per noi fondamentale e forse anche per questo ha reso Viñales la nostra meta preferita di tutto il viaggio. Recuperiamo gli zaini e con un taxi condiviso partiamo per la città cubana dai mille colori, Trinidad.

Le tante ore di viaggio, il sole all'apice del suo calore, l'umidità percepita dalle nostre magliette ormai bagnate di sudore e la lontananza da Viñales fanno sì che il nostro primo approccio a questa nuova città non sia dei migliori... Cerchiamo un posto per mangiare, ma soprattutto un luogo fresco, che ci permetta di respirare e valutare la nostra "scelta". Il cibo non è dei migliori, lo zaino sembra pesare il doppio, le gambe non aiutano e le nostre menti aumentano quella sensazione di negatività che respiriamo da ore.
Decidiamo di raggiungere la Casa Particular consigliata da Roy. Sull'uscio vediamo una signora dai capelli bianchi, piccola, con gli occhi colmi di esperienza e con un sorriso stampato in faccia che riesce a strapparci il primo riso di giornata. Margarita ci regala un caloroso abbraccio e dopo averci mostrato la zona notte, ci offre qualche mamoncillo (frutto tipico cubano da succhiare).

Llega la tardes, il tempo di una doccia fredda, due chiacchiere con Margarita e di nuovo ci incamminiamo verso il centro di questa città. Il sole sta tramontando, ha un colore rosso acceso, illumina le mura di tutta Trinidad e noi non possiamo che ricrederci di ciò che ci è passato per la mente solo poche ore prima; non so se l'abbassamento della temperatura corporea post doccia o il mamoncillo di Maragarita abbiano contribuito ma la città che appare ora ai nostri occhi è ricca di strade acciottolate, di edifici dipinti in vivaci tonalità pastello, tra cui rosa, blu, giallo e verde, creando un'atmosfera viva e accogliente. I tetti rossi in terracotta contrastano perfettamente il colore delle pareti; insomma, non è poi così male Trinidad!
GIORNO 7

La mattina seguente ci alziamo con la carica giusta, desayuno a base di uova, latte e pane con marmellata, sapendo che da lì a poco avremmo conosciuto e poi cavalcato altri due cavalli per una passeggiata nel Parque Natural El Cubano.
Negrito e Pajarito sono due splendidi cavalli color castano che si stuzzicano a vicenda per primeggiare e mostrare quale percorso sia il migliore da seguire.
Dopo qualche km a galoppo, sostiamo a fianco di una capanna dove due contadini ci offrono un caffè prodotto dai chicchi delle loro piantagioni; colore nerissimo e sapore intenso con note tostate che possono ricordare il cioccolato. Proseguiamo a cavallo e raggiungiamo un parco grande in mezzo al bosco nel quale Negrito y Pajarito possono riposare mentre noi imbocchiamo un sentiero che ci porta ad una bellezza naturale, una piscina alimentata dalla cascata di Javira, che crea un affascinante spettacolo di acqua che scende tra le rocce e si raccoglie in una grande pozza; l'acqua è limpida e fresca, con una tonalità verde-azzurra, circondata da una lussureggiante vegetazione tropicale, che comprende alberi, piante e fiori esotici.
Non c'è nessuno e noi ne approfittiamo per tuffarci in questa piscina naturale a rinfrescarci; si

sta divinamente e noi vorremmo stare lì diverse ore, ma il sole alto in cielo ed il nostro stomaco affamato ci riportano dai nostri cavalli. Ancora qualche km al passo e stazioniamo in una cascina, composta da attrezzi agricoli, galline in libertà e tavolini di legno; un contadino si avvicina e ci propone due scelte nel pranzo del giorno, ci sediamo e dissetandoci con due cervezas ammiriamo il lavoro antico dell'estrazione dello zucchero dalla canna, i fusti vengono fatti passare attraverso mulini che, mediante cilindri li schiacciano e li sfibrano, ottenendo così per spremitura la gran parte del succo contenuto nella canna. Sazi e felici per le bellezze naturali osservate, rientriamo con i nostri fedeli compagni al trotto verso la nostra casita.
Raccontiamo a Margarita l'escursione di giornata, doccia rinfrescante ed usciamo nuovamente per curiosare tra i negozietti e ristoranti culturali di Trinidad. Le nostre orecchie riconoscono la salsa cubana a centinaia di metri, suonata e cantata dal vivo all'interno di uno strano ristorante composto da una sala ed una camera da letto ricca di tavolini per cenare; non esitiamo un secondo ed entriamo in questo locale caratteristico. Sorseggiando del buon Ron scrutiamo ogni singolo particolare della camera da letto in cui ci troviamo ed ordiniamo la nostra cena. Ripercorriamo ogni singolo momento passato dalla prima notte all'Avana fino all'istante in cui la band cubana nella stanza accanto intona una canzone che diventerà per noi l'inno di questo viaggio indimenticabile "Toda una Vida" di Leoni Torres cantautore cubano, noto per il suo stile musicale che mescola generi come la salsa, il pop e la musica tradizionale cubana. Mi alzo dalla sedia e corro in sala, cantando insieme a loro, Martina è lì a toccare il pavimento con il piede a ritmo di salsa e riprendendomi col telefono e col suo solito sorriso stampato in faccia mi fa capire quanto io sia felice e quanto non vorrei mai finisse quel momento.
GIORNO 8
Terzo giorno in Trinidad e la nostra voglia di mare si fa sentire.. prepariamo gli zaini, borracce con acqua di bottiglia fredda e "desayunando" con Margarita chiediamo qual è il mare più vicino e quale mezzo conviene prendere; prendiamo nota di tutto e ci dirigiamo a piedi verso
la fermata dell'autobus sulla strada principale che porta alla piazzetta con la chiesa.
Il sole sempre cocente ci sveglia definitivamente e dopo diversi minuti arriva un bus dal colore non definito e abbastanza fatiscente, domandiamo all'autista se ferma a Playa Ancón ed il suo cenno col capo ci invita a salire.

Una mezz'oretta ed arriviamo nel parcheggio di un hotel circondato da palme, pochi passi più in là e possiamo intravedere questa sabbia bianca e fine, che crea un contrasto mozzafiato con il colore dell'acqua e del cielo.
Non possiamo chiedere di meglio!
Questa spiaggia è circondata da vegetazione e palme che aggiungono un tocco esotico ed ombreggiante all'aerea; lanciamo gli zaini su due lettini divisi da una palma e di corsa, ci tuffiamo in acqua.
Le ore scorrono velocemente e noi siamo super soddisfatti di questa giornata relax a Playa Ancón!
Appena prima che il sole tramonti ricordiamo che è il momento di riprendere l'autobus; purtroppo a Cuba gli autisti difficilmente desiderano intraprendere viaggi al calar del sole o notturni e questo è dovuto dal fatto che avendo mezzi datati, hanno sempre paura che possa succedere qualcosa al motore; con la comunicazione telefonica scarsa di questa Isola incredibile, vorrebbe dire sperare che qualcuno passi di lì...
Rientriamo a casa e dopo una doccia rinfrescante ci mettiamo nel letto con il naso all'insù ricordando questi giorni caldi e felici passati a Trinidad! Pensiamo sia giunto il momento di tornare all'Avana quindi contattiamo Roy, che con la sua solita prontezza ci accontenta confermando il taxi l'indomani nel primo pomeriggio.
GIORNO 9
Trascorsa una settimana è tempo di rientrare all'Avana e di coronare il nostro sogno caraibico!
Salutiamo Margarita per la sua cordialità e saggezza, ringraziamo suo marito Nené per l'ospitalità e saliamo su un Van carico di altre persone già pronte e coricate per il lungo viaggio di 5 ore che ci aspetta.
Il caldo e la nostra voglia di dormire non vincono sulla nostra testa che rimane sveglia ed attenta ai panorami spettacolari che intravediamo dal finestrino alla nostra sinistra. Martina si sdraia su di me provando a socchiudere gli occhi; le mie orecchie invece restano concentrate sulle canzoni cubane che l'autista ha selezionato e lasciato scorrere sul telefonino.
Finalmente giungiamo all'Avana ed il nostro primo pensiero è quello di contattare Miguel per una notte in casa sua; ci chiede di raggiungerlo e ci informa che la sua casa è già occupata da un'altra coppia, ma se vogliamo possiamo comunque alloggiare nella casa particular di un'amica situata nella strada parallela alla sua. Provati dal viaggio lo seguiamo ed accettiamo di fermarci a dormire lì.
La signora è gentile e premurosa, ci mostra la camera da letto situata al piano secondo in un questo modesto appartamento e ci consiglia un ristorante per la cena.

Molliamo gli zaini in camera e ci affrettiamo ad uscire; seguendo le indicazioni della signora giungiamo in un vicolo ricco di negozi, di souvenir e di pub per tragos; l'occhio scruta ogni colorato dettaglio di queste botteghe locali e ad un tratto si fossilizza sul volto di una persona già conosciuta, Albierto! Ci vede, ci corre incontro e ci abbraccia forte come due amici che non vede da tantissimo tempo.
Raccontiamo brevemente i nostri giorni lontani dalla capitale e della nostra pancia desiderosa di essere sfamata; col sorriso a 32 denti ci invita a seguirlo.
Qualche minuto a piedi ed arriviamo in un ristorantino pieno di tavoli apparecchiati e vuoto di clienti, ci sediamo e con perplessità ordiniamo da mangiare.
Albierto ci spiega che la padrona del ristorante è una sua carissima amica e noi felici di averlo reso felice cominciamo a cenare.
A Cuba c'è molta povertà e l'embargo più il covid non hanno reso migliore la situazione, anzi, ne ha aumentato i problemi sotto tutti i punti di vista. La bellezza di quest'isola è però ripagata dai luoghi e dalle persone, cordiali, sorridenti e sempre disponibili ad aiutare il prossimo. Questo era il motivo della scelta di Albierto, portarci nel ristorante di un'amica per aiutarla a guadagnare qualche pesos in più, in cambio di una buona cucina tipica a basso costo.
Finiamo di cenare e rapidamente torniamo a casa consapevoli che alle 3 del mattino sarebbe suonata la sveglia che da inizio viaggio attendevamo, quella per l'isola paradisiaca di Cayo Largo del Sur.
GIORNO 10
Nel bello del nostro sonno più profondo ecco la sveglia con la suoneria peggiore che potessi impostare, ci fa balzare giù dal letto; buttiamo il beauty nello zaino e con gli occhi ancora in tasca scendiamo le scale del nostro piano. Ad attenderci, la signora in vestaglia che ringraziandoci ed augurandoci buon viaggio ci accompagna al portone d'uscita.
Camminiamo per inerzia, mano nella mano, ma nessuno dei due apre bocca, la testa è ancora a letto e la notte buia fa da contorno.
Arriviamo nel Parque Central, di fronte all'Hotel Inglaterra (nostro punto di ritrovo) ed attendiamo silenziosi il pullman che ci trasporterà all'aeroporto.
L'aereo che ci attende sembra un giocattolo, sbrighiamo le procedure di controlli al metal detector e ci imbarchiamo.
Tra il tempo di decollo, il nostro sonno che prende il sopravvento e l'atterraggio, ci sembra siano passati solo pochi minuti; recuperiamo gli zaini ed un taxi ci accompagna nel Resort StarFish dove passeremo le prossime 4 notti di totale relax!
GIORNO 11, 12, 13

Se pensate che il paradiso non esista, venite a Cayo Largo del Sur!
L’isola caraibica come una medaglia, a doppia faccia. Ai nostri occhi appare tutto ciò che un essere umano desideroso di relax possa chiedere, le spiagge sono rivestite da sabbia finissima e bianca come borotalco, le acque intorno all'isola sono incredibilmente limpide e variano in tonalità dal turchese al blu profondo, rendendo facile vedere la vita marina sottostante, la vicinanza della barriera corallina contribuisce alla ricchezza di fauna marina; il tutto associato ad un resort che ti vizia ed offre stanze confortevoli, open bar e ristoranti in ogni angolo della struttura, anche in spiaggia, con personale disponibilissimo a qualsiasi tua richiesta, servizio navetta per raggiungere le due spiagge Playa Sirena e Playa Paraíso con dune di sabbia e acque poco profonde ideali per il nuoto.
D’altro canto però l’altra faccia della medaglia è la più terribile! Infatti il personale cubano che rende questa esperienza unica lavora a cadenza di 15 giorni per un guadagno complessivo intorno ai 15€. Molti di loro provengono dalla Isla de la Juventud la più grande dopo Cuba ed offrono la loro esperienza ed il loro lavoro per poter portare i pochi soldi alla famiglia. Così vuole il regime cubano, spesso criticato per la sua mancanza di libertà civili e politiche. La libertà di stampa, di associazione e di espressione, così come l’arricchimento personale, sono fortemente limitate dalle regolamentazioni statali cubane. I cittadini cubani non possono possedere grandi proprietà o fare investimenti significativi come in altre economie di mercato, aumentando di conseguenza le innumerevoli difficoltà della loro vita!

Il nostro soggiorno è incredibile, sotto tutti i punti di vista! Vogliamo rilassarci e provare qualche escursione proposta dal personale dell’hotel, quindi approfittiamo di un’uscita in barca tour snorkeling con le stelle marine e pranzo a base di pesce in compagnia di altre coppie, ci offriamo volontari per la liberazione delle piccole tartarughe, condividiamo la nostra storia con un ragazzo cubano responsabile della sicurezza dello StarFish ed ascoltiamo il suo punto di vista in merito alla povertà del paese e alle dicerie che si sentono nei vari telegiornali o social media che terrorizzano tutti coloro che hanno intenzione di visitare questo paese straordinario! Abbiamo appunto provato sulla nostra pelle, ciò che ci è stato raccontato, cioè, entrare a Cuba non impedisce l’ingresso successivo negli Stati Uniti d’America! Molte persone sono terrorizzate al pensiero di dover compilare Visti americani complessi o di dover cambiare passaporto per potervi entrare. Cuba per evitare di soffocare, perdendo il turismo che per anni ha aiutato l’economia locale, ha pensato bene di non applicare alcun timbro all’ingresso del Paese.
Quando si parla di viaggi in paesi dell’altro mondo, consideriamo questa Isola caraibica uno di questi. Conoscere Cuba, la loro storia, la loro cultura, ti arricchisce e ti apre gli occhi alla vita. Per noi è stato un toccasana, indispensabile per la nostra vita e per il futuro.

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